venerdì 29 ottobre 2010

2 Little Computer Tamagotchi.


Ora, alzi la mano chi tra voi non aveva un amico che possedeva un "pulcino cagone rompiballe" (leggi: un Tamagotchi...). Anzi, meglio! Sono convinto che molti tra di voi ce l'avevano direttamente, senza passare attraverso la conoscenza o il "sentito dire" di parenti ed amici... Suvvia, diteci la verità! ;)

No? Davvero?! Ah, capisco... Voi eravate già così furbi da preferire il "Furby" al pulcino della Bandai... Un "Furby" ubbidiente come questo, possibilmente... :D



Come? Nemmeno il tenero Mogwai della Hasbro soddisfava il vostro impulso di maternità nerd? In effetti avete ragione. Può un inossidabile geek accontentarsi di un banale giocattolo per bambini, quando può avere un "Pleo" tutto per sé?!

Pleo: Dinorobot (non Transformer...).

Orpo... Nemmeno il "Pleo" avete? A parte il fatto che non ci credo, sono scettico anche sul fatto che in tutta la vostra vita non vi siete mai relazionati con una "cretura digitale" di qualche genere. Scaviamo nel vostro passato di "videoludodipendenti", va là, e dissotterriamo quegli scheleri dei quali anche voi negate l'esistenza... Per far questo, adoperiamo l'ipnosi regressiva.

Fissate il puntatore del mouse che si muove avanti ed indietro sullo schermo, comandato dalla vostra mano. Siete calmi e rilassati... Ritornate con la memoria alla vostra infanzia, lentamente, lentamente, lentamente...

E' il 1985. Siete nel piccolo studiolo annesso alla vostra cameretta. Avete appena finito di fare i compiti ("Prima il dovere e poi il piacere!", come sancito dal consueto mantra materno) e state per provare "il gioco con l'omino" che un vostro zio ricco vi ha passato su floppy disk... Accendete il computer.

**** COMMODORE 64 BASIC V2 ****

64 K RAM SYSTEM  38911 BASIC BYTES FREE

Più sotto, un "READY.", immediatamente seguito da un quadratino lampeggiante...

Inserite il dischetto nel fido drive Commodore 1541 e digitate sulla tastiera dell'home computer un comando...

LOAD "$",8

Il floppy frulla per qualche secondo mentre sullo schermo compare il canonico "SEARCHING FOR $" seguito dall'altrettanto familiare "LOADING". Dopo un istante il Commodore 64 conferma l'avvenuto caricamento della directory del disco con un perentorio "READY.". Digitate "LIST" ed al vostro comando il contenuto del dischetto vi viene svelato...

0 "RESEARCH PROJECT" CP 2A
192  "COMPUTER PEOPLE"  PRG
472 BLOCKS FREE.
READY.

Perlomeno non è un disco vuoto o illeggibile come quelli che vi passano ogni tanto i compagni di classe; dello zio ci si può fidare sempre! Con malcelata aspettativa, caricate il programma...

LOAD "C*",8,1

Il computer ubbidiente inizia la fase di caricamento e dopo qualche secondo lo schermo diventa tutto nero... Che non stia funzionando come dovrebbe? Strano... Di solito rimane sempre azzurro e blu e poi dovete far partire il tutto con un "RUN"... Boh! Ad ogni modo il Commodore sta ancora caricando, a giudicare dai rumori del drive, quindi attendete con fiducia e nel mentre andate in dispensa a prendervi un bel "Billy al succo d'arancia", che avete sete e tanto solitamente ci vuole sempre un pochetto prima che il caricamento finisca...

Slurp, slurp!

Quando tornate al computer, vi ritrovate davanti questa bella videata bluastra:

WOW! L'intestazione come sui quaderni di scuola!

Ubbidienti inserite nome, cognome e successivamente anche data ed ora ed ecco che, come per magia, davanti ai vostri occhi compare lo spaccato di un'accogliente casetta. E' tutta vuota e sembra non esserci nessun ometto, per adesso... "Mah", pensate, mentre armeggiate per inserire un joystick in una delle porte del vostro fido Commodore... "Aspettiamo un po' e vediamo che cosa cambia, se cambia qualcosa...".

Mentre siete riversi sul vostro home computer, suonano alla porta. Vi assentate un attimo per capire chi è (nessuno...) ed un istante dopo ve ne ritornate stizziti davanti al vostro calcolatore giusto in tempo per scoprire che lo scampanio (IDENTICO al suono del campanello di casa vostra...) proviene dal televisore al quale è collegato il "64". Incuriositi tornate ad osservare lo spaccato della casetta e la vostra curiosità viene ripagata. Qualche attimo dopo, infatti, una porticina si spalanca ed il fantomatico "omino" fa il suo ingresso in scena. Ridete a 64 denti per far pari col calcolatore e battete le mani felici, quindi impugnate il joystick e cercate di pilotare l'omino che, nonostante i vostri sforzi e svariate configurazioni laocoontiche, se ne va in giro per i cavolacci suoi... Sale le scale, usa il bagno, apre porte e cassetti ed ogni tanto annuisce contento... Nel mentre vi convincete di aver sbagliato la porta del joystick (anche se vi pare strano il concetto che l'omino si sposti se il joystick è collegato alla spina sbagliata...). Lo scambiate e l'ometto continua beato a farsi gli affari suoi, incurante delle vostre acrobazie sullo stick di comando. Mhhh... Dovrete mica premere qualche tasto per cominciare a giocare? Provate tutti gli "F" in infilata e non succede niente di niente. Passate alle lettere ed istantaneamente sulla sommità dello schermo appare una fascia grigia sulla quale una specie di raffigurazione schematizzata della testina di una stampante ha trascritto a video proprio la sequenza si tasti che avete premuto... Sullo schermo si legge un bel "sddgfjsfdh". Cancellate quell'obbrobrio e riflettete sulla scoperta. Sarà mica testuale, l'interazione? "Ciao", scrivete (abbastanza ingenuamente...). Nulla. Andate avanti a tentativi per tre quarti d'ora buoni e poi, sentendovi come dei cretini che hanno osservato per quasi un'ora un acquario, spegnete tutto e ve ne andate a fare merenda, che il "Billy all'arancio" v'ha fatto da aperitivo e v'è venuta una fame che non ci vedete più...

Una settimana dopo incontrate nuovamente quel vostro zio ricco e gli restituite il dischetto con un'alzatina di spalle, dicendogli: "Io l'ho provato, 'sto videogame, ma non riesco a giocarci". Lo zio, che la sa davvero lunga, vi batte un paio di manate sulle spalle e sentenzia: "Forse sei troppo giovane. Capirai quando avrai qualche annetto in più!".

Svegliatevi, svegliatevi, svegliatevi...

Beh, devo dire che la seduta d'ipnosi è stata oltremodo significativa! Ad occhio e croce è emersa un'esperienza rimossa avuta durante l'infanzia. Più precisamente, mi avete confessato di aver giocato con "Little Computer People" (Activision, 1985). L'esperienza è stata senz'altro traumatica ed improduttiva in quanto credevate fosse un gioco arcade di qualche tipo tanto che, dopo aver provato ad interagire con lui via joystick, avete desistito abbandonando il videogame e la vostra "Little Computer Person" a sé stessa... Ad ogni modo, oggi siete senz'altro in grado di capire che cos'è "Little Computer People": il primo tamagotchi della storia!

Cause I'm your Tamagotchi...

Pensate: ogni possessore di "LCP" interagiva con un personaggio differente per aspetto, nome e colore degli abiti e perfino il cagnolino che faceva compagnia al piccolo omino digitale era unico... Infatti, ogni disco generava un personaggio differente ed irripetibile che, una volta iniziato il game, non poteva più essere "resettato" e continuava a vivere nella sua nuova casa conservando la propria memoria e relazionandosi con il suo "padrone" in base alle esigenze del momento ed al suo passato. Certo, l'interattività complessiva del tutto era abbastanza limitata ma tra azioni eseguibili tramite "controlli" (CTRL+P, CTRL+D, CTRL+W e così via...) e comandi impartiti tramite stringhe testuali modello "PLEASE AZIONE / VERBO OGGETTO" le possibilità erano abbastanza varie ed interessanti. A questo aggiungete che la "Little Computer Person" aveva le sue impellenze ed il suo umore e poteva tranquillamente ignorare le nostre richieste se riteneva di aver qualcosa di meglio da fare.

Indubbiamente un titolo oltremodo sperimentale e decisamente futurista, per il periodo.

Interessanti informazioni sull'argomento si possono reperire sulla pagina web del sito "The Commodore Zone" dedicata al videogioco in oggetto. In tre articoli distinti troverete informazioni sulla casa virtuale, sui suoi locali e sulle svariate interazioni che possono aver luogo tra l'ambiente e la "Little Computer Person". Imparerete a riconoscere gli stati d'animo dell'inquilino del vostro home computer e le parole da usare per dialogare correttamente con lui. Inoltre, nella sezione "archivio", sono disponibili in download una quantità industriale di immagini ".d64" dei dischi di "LCP", ognuna di esse mai inizializzata (il floppy genera quindi un nuovo inquilino al primo "loading"...) e differenziate in base al nome dello stesso (potete scegliervelo omonimo o quasi, volendo... Al tempo lo si acquistava random! :D ).

Come dite? Avevate "LCP" e nessuna delle cose che avete letto in questo post vi suona familiare? Fatemi indovinare: "LCP" su cassetta? ;)

Non fa testo. La versione su cassetta era mutilata di buona parte dei contenuti e delle funzioni e generava una nuova "persona" ad ogni partita. Dimenticatevela. :)


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Che bello questo articolo! Ho avuto modo di provare molti giochi analoghi, ma il gioco più scopiazzato da LCP è Virtual Families (i personaggi "vivono" nel pc e comunicano via mail ecc...)Sto giocando LCP e lo adoro. Comunque quel gioco è un paio d'anni più vecchio di me :P

Marte ha detto...

Al giorno d'oggi, scopiazzare le cose vecchie potrebbe essere un pregio... ;)

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